Ingegner Martino Benzi

Gli scopi del tuo sito internet

Quando ricevo l'incarico professionale di progettare e realizzare un sito internet, questo è il primo e principale problema di cui devo occuparmi con il committente. Cerco di affrontarlo approfonditamente qui, facendo alcune considerazioni fondamentali, valide sia che tu debba rivolgerti all'utente finale di un prodotto o servizio, sia che tu intenda far riferimento ai livelli intermedi di una catena commerciale.

Allora: quali sono gli scopi principali del tuo sito internet?

Comincio con il ricordarti il principale fra di essi, quello che in molti casi giustifica da solo la realizzazione di un sito internet, in questo caso non particolarmente complesso e costoso, data la sua essenzialità.

[ Leggi tutto... ]

Scopo comune a tutti: fornire le informazioni indispensabili su di te

Si potrebbe ritenere che il primo scopo di un sito internet sia quello di far sapere al mondo che si esiste, ma la cosa più importante è mettere a disposizione sul web le informazioni indispensabili sull'azienda o sull'organizzazione.

Pensa a cosa succede, quando dopo aver registrato un dominio, si lascia per qualche tempo l'home page con solo il nome dell'azienda, la scritta lavori in corso e, da quando è obbligatorio (articolo 35 del DPR n. 633/72 ), la Partita IVA.

Pensa all'effetto che ottiene su coloro che cercano l'azienda, fanno una ricerca con Google e trovano una pagina priva di qualsiasi informazione utile: non un indirizzo e-mail, non un numero di telefono o di fax, nemmeno l'indirizzo e quattro (4) parole per poter essere sicuri che sia proprio quella che stanno cercando e non un'altra, più o meno omonima, che si occupa di tutt'altro.

Cura la pagina contatti del tuo sito internet, come vorresti veder curate quelle degli altri quando ne hai bisogno tu

Scusami se il titolo appena sopra ha preso toni evangelici, ma è il primo consiglio — tassativo — che ti dò in questo sito e mi spiacerebbe se non fosse preso in considerazione perché non abbastanza evidente.

Lo ritengo talmente importante da metterlo in questa pagina, che tratta di problematiche generali, e prevedo di dedicargli un intero capitolo.

Non ha la minima importanza chi siano i destinatari della tua comunicazione su internet: se non li metti in grado di interagire con te nella maniera più utile per entrambi, hai sbagliato qualcosa, qualcosa di fondamentale.

Ricordati, soprattutto, che l'articolo 35 del DPR n. 633/72 nelle sue attuali modificazioni, impone tassativamente che sull’home page di ogni sito aziendale, anche semplicemente pubblicitario, compaia la Partita IVA

A quest’obbligo, inderogabile per tutti i soggetti passivi IVA, per le società di capitali in base all’art. 2250 C.C. si aggiunge quello di esporre le seguenti informazioni:

  • Ragione sociale;
  • Indirizzo completo della sede legale;
  • Codice fiscale e Partita IVA;
  • Il capitale sociale effettivamente versato;
  • Registro imprese dove la società è iscritta e numero;
  • Il numero REA;
  • L'eventuale stato di liquidazione della società;
  • Se ha un socio unico in caso di S.p.A. o di Srl.

Sono, del resto, le stesse informazioni che il Codice Civile prevede siano riportate sulla carta intestata ed in ogni e‑mail inviata dall’azienda.

Non è obbligatorio — salvo la Partita IVA — che compaiano sull’home page o su tutte le pagine, anche se io lo consiglio vivamente, ma, come minimo, nella pagina “Contatti” è indispensabile metterle: è il posto più evidente ed in cui è più facile trovarle, sia per i tuoi corrispondenti sia per la Guardia di Finanza, in caso di controlli su questo tipo di omissioni.

I destinatari del tuo sito internet

Forse la considerazione più utile che possa fare è questa:

Vuoi rivolgerti a coloro che acquistano da te o a coloro che acquistano da chi acquista da te?

È vero che potresti rispondere: "a tutti e due" e in molti casi è una risposta sensata, ma non è detto che sia facile, cioè che non si corra il rischio di indurre in confusione chi naviga sul tuo sito.

Potrebbe convenire pensare il sito internet solo per l'utente finale dei tuoi prodotti e lasciare che la rete commerciale intermedia ne tragga un beneficio indiretto; oppure potrebbe valere la pena di dar meno importanza al consumatore finale e pensare ad un sito unicamente per la rete commerciale.

O fare due siti ben distinti, con domini diversi, destinatari diversi, contenuti diversi, uno progettato per il "brand" e l'altro per la "fabbrica".

In ogni caso non sono aspetti della progettazione del tuo sito internet che tu possa trascurare, perché condizionano pesantemente i contenuti del sito stesso.

I contenuti del tuo sito internet

Siamo d'accordo: tu li conosci meglio di me.

E allora lasciami fare un esempio, il più esplicito e brutale che mi viene in mente.

Un ottimo cattivo esempio

Supponiamo che tu produca "qualcosa" di assolutamente indispensabile per "l'uomo raffinato" o per "la donna elegante", non importa cosa, fatti venire in mente ciò che preferisci.

Allora ti serviranno delle descrizioni adeguate, che creino intorno al tuo prodotto la giusta atmosfera; avrai bisogno di immagini che lo circondino di quella poesia, di quel pathos che induce a comprarlo "perché non se ne può proprio fare a meno".

Adesso pensa al rivenditore finale, quello che fa lo scontrino fiscale al cliente.

Quei contenuti sono fondamentali anche per lui, perché spingono il pubblico ad entrare nel suo esercizio commerciale, piccolo o grande che sia, e a comprare il prodotto che espone in vendita.

Ma il rivenditore finale ha bisogno da te anche altre informazioni, che per lui sono altrettanto se non più utili dal punto di vista pratico, ad esempio:

  • In quali fiere esponi, in che data, in quale stand, come ottenere il pass per la fiera, il link al sito della fiera;
  • Qual è la programmazione delle prossime campagne pubblicitarie sui vari media, internazionali, nazionali o locali;
  • Che tipo di cartellonistica da vetrina, che espositori per la vendita puoi fornirgli;
  • Qual è la confezione del prodotto, pensata per farlo distinguere in mezzo a quelli concorrenti;
  • In che tipi di packaging gli puoi consegnare la merce.

Come vedi non sto parlando di prezzi, di sconti, di tempi di pagamento o di altri aspetti del rapporto con chi è già rivenditore e che possono essere gestiti dall'ufficio commerciale o dai tuoi agenti durante le trattative.

Parlo proprio di quelle informazioni che devi necessariamente mettere sul tuo sito web, se vuoi progettarlo, realizzarlo e ben posizionarlo sui motori di ricerca, per convincere qualcuno a diventare rivenditore del tuo prodotto.

Adesso immagina che nella stessa pagina del tuo sito internet dedicata a quel prodotto così esclusivo, fra alate parole ed immagini suggestive, compaia l'informazione che quel "qualcosa", tanto raffinato ed elegante, viene consegnato in pallet di dodici dozzine di dozzine. Bello, vero?

Forse errori plateali di questo tipo non sono molto frequenti, ma di situazioni equivalenti dal punto di vista della comunicazione è piena la rete. Ed è naturale, perché solitamente entrambi i destinatari della comunicazione ed entrambi i contenuti sono indispensabili per l'azienda.

Un dominio separato costa poche decine di euro all'anno.

Se hai dei dubbi separa nettamente le due tipologie di destinatari/contenuti e realizza due siti distinti, progettati in base alle due diverse esigenze: "brand" e "fabbrica".

In molti siti internet si trova un'area "Rivenditori" protetta da password; è una soluzione che può funzionare, ma solo se non ti interessa poi molto usare il tuo sito per trovare nuovi rivenditori, o se il sito, all'opposto, è già pensato e destinato ai rivenditori e praticamente non ti rivolgi all'acquirente finale del prodotto: in questo caso l'area riservata sarà effettivamente dedicata alla gestione degli ordini e a problemi analoghi dei rapporti commerciali.

Inoltre, separare nettamente la progettazione e la realizzazione del sito internet dedicato al "brand" da quello destinato alla "fabbrica", quasi sicuramente comporta costi finali minori, perché consente scelte progettuali diverse, tempi di realizzazione separati, scadenze separate per gli aggiornamenti e, sovente, tecnologie di sviluppo completamente diverse, ottimizzate per le due esigenze.

Un'obiezione molto sensata a questo consiglio è la seguente: "Ma non si corre il rischio che l'utente finale trovi entrambi i siti e ne rimanga confuso?".

Posso risponderti che non è impossibile, ma che l'appeal di un sito web pensato per dei rivenditori, possibili o effettivi, è diverso da quello di uno pensato per l'utente finale e che la confusione è tanto più improbabile quanto i due siti sono stati progettati e realizzati coscientemente e coerentemente per i due diversi scopi. E, in ogni caso, ci sarà sempre meno confusione rispetto al trovare le due tipologie d'informazione l'una accanto all'altra.

Esiste però un rischio reale: che il sito "fabbrica" sia posizionato sui motori di ricerca in posizione molto migliore del sito "brand" e finisca con l'essere il più visitato dei due, soprattutto se il nome del prodotto non è poi così famoso — non ancora così famoso, per il momento — e, di conseguenza, le ricerche con Google o Yahoo! avvengono per tipologia e caratteristiche del prodotto e non per nome.

Ciò può capitare, in particolare, se i contenuti del sito "fabbrica" hanno caratteristiche testuali di dettaglio, precisione e coerenza interna che non possiedono quelli del sito "brand", o se il sito "brand" è stato realizzato con tecnologie come Flash che ne rendono difficilissima l'indicizzazione.

Ritengo che questo sia uno dei primi problemi da considerare quando si inizia a progettare un sito internet e, infatti, è una delle prime domande che pongo ai miei clienti in tutte le mie realizzazioni.


Se hai trovato utile questa pagina, potrebbero interessarti anche:

Se desideri essere informato sulla pubblicazione di nuovi capitoli, puoi iscriverti alla newsletter, sarai sempre libero di cancellarti dalla mailing-list se quanto scrivo non ti piacerà.